mercoledì 13 ottobre 2021

Stanislav Grof

Attorno all’Lsd sono fiorite congetture, polemiche e controversie che hanno delimitato e ristretto, al pari di altre sostanze psichedeliche, le possibilità di esplorazione e il campo d’azione. La sua stessa origine, che deve molto all’imprevedibile casualità, pare destinarlo a un’ubicazione indefinita, messo in un angolo, bandito, dove non possa nuocere alle teorie sulla personalità, così come sono conosciute e costituite. Stanislav Grof, nato a Praga nel 1931, psichiatra con un curriculum sterminato, ha potuto analizzare i dati di migliaia di sessioni con l’Lsd, sia in Europa che negli Stati Uniti e da quell’enorme bagaglio ha preso forma l’innovativa ricerca psichedelica nei reami dell’inconscio, proprio come recita il sottotitolo. Grof si astiene dal partecipare alla celebrazioni e alle sperimentazioni “profane”: l’approccio è scientifico, misurato, rigoroso per certi versi dichiaratamente conservatore, e all’inizio è molto cauto nel notare come l’Lsd “sembra creare una situazione di attivazione indifferenziata, che facilita l’emergere di materiale inconscio da differente livelli della personalità”. Questo è un primo passo nell’ignoto, poi via via che l’indagine procede, seduta dopo seduta, diventa evidente che “la capacità dell’Lsd, e di altre sostanze psichedeliche, di rendere manifesti fenomeni e processi che altrimenti rimarrebbero invisibili e di renderli oggetto dell’investigazione scientifica, conferisce a queste sostanze un eccezionale potenziale come strumenti diagnostici e come strumenti di ricerca per l’esplorazione della mente umana”. Detto questo, Stanislav Grof, per quanto sorpreso dalle scoperte e dalle coincidenze, non li lascia travolgere dallo stupore. L’Lsd è un trampolino per cogliere quei cambiamenti nella percezione che suddivide in “esperienze astratte ed estetiche, psicodinamiche, perinatali e transpersonali”. Le prime appartengono a una sfera immediata e comprensibile, ma al centro di questa catalogazione Grof individua tra gli strumenti essenziali il sistema Coex (sistema di esperienza condensata) che “può essere definito come una costellazione di ricordi, composta da esperienze condensate, e fantasie collegate, proveniente da periodi diversi della vita del soggetto. I ricordi appartenenti a uno specifico sistema Coex hanno un tema di base simile o contengono elementi simili e sono associati con una forte carica emotiva della stessa qualità. Gli stati più profondi di questo sistema sono rappresentati da ricordi vividi e realistici di esperienze della prima infanzia”. Lì viene ricondotta gran parte delle considerazioni, che Stanislav Grof ha potuto verificare su una massa rilevante di fatti clinici arrivando concludere che “le esperienze infantili rappresentano i nuclei più profondi di complesse costellazioni di ricordi, che agiscono come sistemi dinamici di funzionamento della psiche”. A quel punto, il tragitto prevede “la profonda comprensione della fragilità dell’uomo in quanto creatura biologica”, attraverso le esperienze perinatali (in breve, il trauma della nascita) riportate a galla dall’Lsd. Alcuni passaggi sono sconcertanti e lasciano attonito lo stesso Grof che non manca mai di espletare ogni verifica possibile, anche se poi giunge alla conclusione che è “disturbante realizzare l’incongruenza tra il vissuto interno e la percezione del mondo esterno. È più accettabile sperimentare le proprie emozioni spiacevoli come reazioni appropriate alle circostanze esistenti nella realtà oggettiva”. Ciò diventa più evidente, per non dire tangibile, nelle esperienze transpersonali che, variando dai fenomeni ancestrali all’identificazione con piante e animali, dalla telepatia alla comprensione dei simboli universali “determinano una espansione della coscienza”. È per quello che Stanislav Grof nell’epilogo, sostiene che “uno studio dettagliato dei fenomeni psichedelici”, dovrebbe andare oltre la psicologia e la psichiatria e comprendere una vasta gamma di discipline, dalla neurofisiologia alla filosofia e a conoscenze dettagliate di religioni e mitologie. Succede sempre così quando capita di “sentirsi in connessione con qualcosa di molto più grande di noi stessi”, come dice Jonas Di Gregorio, da San Francisco, California, nell’introdurre questa “nuova mappa della psiche”, ricordando che, Lsd a parte, l’alterazione degli stati di coscienza comincia comunque da qualcosa chiamata meraviglia.

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