Le Letture facoltative non sono vere e proprie recensioni, almeno non nel senso ortodosso del termine. Si tratta di appunti di lettura che spaziano lungo uno spettro molto ampio di possibilità. Wisława Szymborska legge ed esplora di tutto un po’: dalle lettere di Chopin agli almanacchi, dalle biografie di Louis Armstrong ed Ella Fitzgerald a quelle di Salvador Dalí e Albert Einstein, dai classici (Apuleio e Alcibiade) ai testi di zoologia ed etologia, arte e astronomia, a ricostruzioni di personaggi come Stradivari, Paganini, Macchiavelli, Klimt e Mastroianni, Hitchcock, per non dire di mummie, streghe e mostri assortiti, e persino un volume sulle comiche di Benny Hill. L’indicazione di massima sembra essere proprio quella di Apuleio che nelle Metamorfosi avvertiva: “Ammirerai creature e destini umani tramutati in forme diverse, e poi di nuovo riportati alla loro natura, con alterna vicenda”, ed è così che si addensano le Letture facoltative. L’approccio è sistematico, la soglia di attenzione è costante, anche a fronte dell’estrema varietà delle letture, a cui Wisława Szymborska riserva uguale dignità. Questo non tanto per un’improbabile democrazia della sua ideale rubrica, ma perché lei stessa ammette che “in ultima analisi mi sono resa conto di essere e di voler restare una lettrice amatoriale, su cui non gravi l’imperativo di un’incessante valutazione. Per me, talvolta, il libro può costituire l’argomento centrale, talaltra solamente il pretesto per abbandonarmi a fuggevoli associazioni di idee”. I commenti sono tranchant: per esempio, leggendo Le dinastie del mondo, Wisława Szymborska riporta che “non è proprio uno di quei libri che ti fanno tirar mattina a leggerlo”. D’altra parte dice di Pietre preziose: abbelliscono e guariscono dice: “Si tratta di un libriccino sciocco ma onesto, e se i suoi consigli sono in grado di risollevare almeno temporaneamente l’umore di qualcuno, allora che siano i benvenuti”. La curiosa scelta dei titoli esaminati non deve trarre in inganno: il tono è comunque frizzante, senza particolari pretese, accompagnato da una lingua chiarissima, ben disposta nei confronti del lettore, in virtù di una distinzione particolare dell’arte della lettura. Secondo Wisława Szymborska, l’uomo “danza, canta si produce in gesti pieni di significato, assume pose, si acconcia, banchetta e celebra elaborate cerimonie. Non voglio sottovalutare l’importanza di simili passatempi, senza la vita umana scorrerebbe con una monotonia inimmaginabile e forse andrebbe allo sbando. Tuttavia si tratta di azioni di gruppo su cui aleggia, più o meno percettibile, quel certo odore da addestramento militare collettivo”. Il lettore invece è libero, “almeno nella misura in cui gli è concesso di esserlo. È lui a stabilire le regole del gioco, obbedendo soltanto alla propria curiosità. Gli è dato di leggere sia libri intelligenti, sia libri sciocchi, perché anche da quelli è possibile ricavare informazioni. È libero di non leggere un libro sino alla fine e di cominciarne un altro dall’ultima pagina, risalendo verso l’inizio. È libero di farsi una risatina là dove non è previsto, o di soffermarsi inaspettatamente su parole che poi ricorderà per tutta la vita”. Funziona proprio così.
Nessun commento:
Posta un commento