Tutto quello che avreste voluto sapere sul rock’n’roll business, raccontato come se fosse un thriller o una spy story. Non per niente, Liza Cody ha trascorsi di autrice di genere alle spalle: manda avanti infatti due serie, tra il noir e il mistery, dedicate rispettivamente a Eva Wylie (atleta e guardia del corpo) e ad Anna Lee (investigatrice privata). La ragazza che voleva di più non appartiene però nessuna delle due: Linnet Walker, detta Birdie, si trova nella scomoda posizione di compagna e vedova di una rock’n’roll star scomparsa nell'incendio della sua casa. Immaginatevi Courtney Love, e andiamo avanti. Bistrattata dai fans, perseguitata dal fisco, inseguita dagli spettri e pedinata da un manipolo di squali dello show biz che vogliono il classico lost album (un dettaglio che piacerà sicuramente a Lewis Shiner) nonché un documentario inedito girato ai Caraibi, perché è meglio raschiare il fondo del barile, intanto che c’è, visto che “il mondo della musica è un palo della cuccagna: difficile scalarlo, maledettamente facile scivolare giù”. Birdie Walker se la cava con truffe da poco, un lavoro flessibile e l’incarico di seguire una rock’n’roll band esordiente. I consigli che offre agli InnerVisions, nome preso in prestito da un disco di Stevie Wonder, valgono per tutti, indistintamente. Identikit del frontman e del leader di una rock’n’roll band: “Quello che vogliono tutti è una voce solista da cui non si riesca a staccare gli occhi, e non sono cose su cui si possa lavorare come fa un tennista su un colpo. Un cantante ce l’ha o non ce l’ha: è uno dei misteri della vita”. Regole d’ingaggio dello show biz: “I cani grossi mangiano i cani piccoli. I cani piccoli mangiano i cani più piccoli e così via, fin giù alle pulci che si portano addosso. Povere pulci, che saltano di qua e di là, in cerca di un boccone, a scrivere le loro canzoni sperando in una particina di successo nel circo delle pulci: gnam-gnam, e sei finito”. Definizione insindacabile di ruoli, mansioni e identità: “In questo gioco, chi ti fa il bucato non conta una scoreggia. Contano le illusioni”. Per non dire del diktat fondamentale: “Ogni canzone deve avere una fine. Quando la registri, se non ti viene in mente una buona fine, quello che ti salva è sfumare, ripetere sfumando. In scena, dal vivo, bisogna invece trovare un finale e darci dentro con convinzione. Offrire al pubblico un motivo per un applauso. Ovviamente può anche andare a finire nell’altro modo: magari dai al pubblico l’occasione perfetta per fischiare e cacciarti giù dal palco fra lattine di birra e altri generi di proiettili. Al termine di una serata puoi ritrovarti nel camerino tremante, a giurare che con la musica hai chiuso per sempre. Se non amate il rischio, dico alle mie band di marmocchi, trovatevi un posto in una lavanderia. È molto, ma molto più sicuro”. Naturalmente, è facile pensare che si tratti di luoghi comuni, ma Liza Cody conteggia anche quest’eventualità e così La ragazza che voleva di più è molto naturale nel ricordare spesso “di non diffidare dei cliché del rock’n’roll; se ci sono è per un motivo: funzionano. Proprio così. Birdie Walker lotta su ogni fronte, forte dell’esperienza già vissuta, di un pragmatismo che è l'unica salvezza nello show biz, di un pizzico di astuzia tutta femminile e della consapevolezza che “la gente pensa quello che le va di pensare. La verità non interessa. Vogliono solo una bella storia. Con le foto”. Scoprite da soli i dettagli dell'affaire e i fuochi d’artificio finali: La ragazza che voleva di più si legge d’un fiato perché Liza Cody scrive senza grandi ambizioni letterarie, ma con un senso del ritmo e con una conoscenza del rock’n’roll business che meriterebbero un Grammy.
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